Cartographie
La carta, con i segni del tempo, è da anni il supporto privilegiato delle opere dell’artista aretina, perché racconta una sua storia, simboleggia il progetto, lo studio, la riflessione.
Nell’arte della Serafini i cartamodelli, le mappe e le carte nautiche sono elevate a ruolo di trama/destino, come un dna reso visibile con linee, numeri e punti. Su di loro si sviluppa magicamente la figura umana disegnata, che è lieve, inconsistente e capace di interagire con la base.
«Le cartografie sono la rappresentazione simbolica di informazioni tecniche e scientifiche. Nel mio lavoro le utilizzo perché contengono dati esatti, descrivono luoghi, distanze, aspetto e struttura – spiega la pittrice. – Mi affascina la relazione tra la biologia dell'essere umano e queste carte complesse, che richiedono informazioni e competenze per essere decodificate. Nascono così racconti, quasi confidenze che parlano di identità, legami e ricerca di una piccola particella a cui appartenere».
Quelle di Laura Serafini sono mappe dell’anima, codici tracciati sulla pelle da un’autrice che, in ogni sua opera, ci svela la ricerca continua di un punto di equilibrio tra disegnare un corpo e rappresentarne le pulsioni.
Lo sguardo si perde tra la folla, confuso dal brusio della chiacchiera indistinta, è un silenzio a sovrastare ogni rumore, il silenzio di uno sguardo amico.
Un quadro a me caro, sublime volto di donna stagliarsi da un etereo fondo ocra, un sorriso appena intuibile dalla piega del labbro mi fa coraggio e m'invita a proseguire.
mi faccio impacciatamente largo tra la gente, mi accosto a chi conosco, mi faccio largo tra la gente,emergo dal gorgo creatosi attorno al banchetto.
Aria.
E' una passerella in legno ad accogliermi, mi fa pensare alla banchina di un molo; io, e chi come me la sta calpestando, gli avventurosi che s'affacciano al mare...c'è chi lo guarda con fare di sfida, chi s'arrende ad esso, chi cerca di dominarlo con la sua ragione e chi come me si ferma a contemplarlo.
sei mari sono visibili da quella passerella, sei mari inesplorati, impervi, sconosciuti, insidiosi e terribilmente affascinanti.
Non basta guardarli, fraziono la superficie che li costituisce in un reticolo regolare per apprezzarne l'armonia delle proporzioni e delle porzioni ed inizio ad osservarlo.
Non basta osservarli, noto i più piccoli dettagli, scovo la trama nascosta sotto l'immagine ed una nuova narrazione emerge dalla prima sovrapponendosi ad essa.
non basta guardare e riguardare quelle linee, tratti sapientemente composti in una armonia di chiaroscuri, non basta analizzarle perchè la somma di ogni sua parte non spiega la mortale fascinazione che mi stringe il cuore.
Non tutto è risolvibile nell'equilibrio di proporzioni e colori.
Nell'opera d'arte, quella vera, l'occhio inizia col vedere, poi avvicinandosi guarda con maggior attenzione sino ad osservare i minimi dettagli, si immerge nel quadro per poi riemergerne e lasciarsi di nuovo abbracciare dal suo insieme misteriosamente sorprendente, inesplicabile nella somma delle sue parti.
E' qualcosa di più della semplice china e dell'olio che lo costituiscono, è nel trascendere la materia e l'immagine che lo sguardo dell'artista riemerge dal quadro stesso.
E' un'orma divina quella dell'artista... da vita alla materia inerme, trasmette ad un oggetto parte della sua umanità...
Pur nella mia naturale misoginia queste opere mi affascinano... e se lo fanno è perchè da esse non trasuda nè l'insipienza della ragazzina nè la sfrontatezza di chi si crede pur non essendo...
Quelle che ho visto sono opere di una donna, opere che si concedono al tuo sguardo senza sfacciatezza nè pudicizia, sono opere di una donna che diviene consapevole della sua bellezza, che si scopre amata ma che non per questo dimentica come amare.
Laura Serafini si svela. E tutto ciò avviene con la stessa naturalezza e profondità di sempre. Sono evidenti le intenzioni, i significati e le trasposizioni di un corpo e di una mente in movimento. In questo caso c'è anche tanto cuore. Di donna, di madre, di artista.
É in quel motus animi che svelarsi è necessario. Per continuare a generare, creare, quindi esistere.
In Percorsi di vita fluente, dice lei.
E lo sussurra con l'emozione di trovarsi di fronte allo specchio.
É un atto di coraggio dal quale affiora spontanea l'ennesima ondata di bellezza di un'artista aretina tra le più produttive e apprezzate.
Laura tiene di conto delle distorsioni che lo svelarsi prevede e affronta la vertigine del ricordo come ritratto del tempo. Ne vengono fuori bilanci e veritas. Le figure nascono attraverso l'abilità del segno e una semplicità matura e consapevole. Le visioni impresse su carte idrografiche allargano un personale punto di vista e offrono una panoramica dettagliata di riflessioni silenziose, attese e speranze.
La dolce armonia delle sue opere, rende sovrano il colore.
Forme reali che s'incrociano a sfondi ecletticamente lavorati, fanno si che quest'artista diverrà una promessa del panorama pittorico italiano, nella sua espressione figurativa.
Una grande ricerca della scenografia di base delle opere, l'inserimento sensazionale del soggetto, fa denotare una struttura giovane ma ben decisa a realizzare nuove ricerche verso orizzonti romantici, figli di quest'arte che poco si professa e pochi sanno fare con veritas, forse fuori moda, ma l'arte non è moda e i tempi ne saranno la testimonianza.
Auguro a questa giovane artista (ed ex allieva) il successo che merita e sono certo che in futuro vedremo sbocciare ancor di più la reale essenza e personalità di Laura Serafini, che ha intrapreso un cammino espressivo con molte sfaccettature ma un unico fine: sorprendere e affascinare lo spettatore, ignaro della forza di vita e concetto che scatena l'opera dell'artista,
finchè non ne è di fronte e poi....
Alessandro Marrone, artista
A volte una gamma cromatica estesa, a volte il ricorso ad un efficace monocromatismo, caratterizzano il mondo indagato da Laura Serafini: con un linguaggio figurativo che si fa vibrante nel rendere l'espressione dei volti, con una palpitante resa di luci e ombre.
Un mondo - il suo - in cui perdersi è facile, trascinati dalla suggestione degli sguardi, delle espressioni, dalla narrazione dell'amalgama di ricordi ed impressioni che ci offre.
Franco Busignani
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